V. 28 (2022)

Pubblicato December 1, 2022

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Articoli

  • Un esperimento didattico. Tre parole per Dante: esilio, desiderio, destino
    8-16
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    168

    L’articolo, partendo da una rapida riflessione sull’anniversario dantesco del 2021, tenta di offrire una rappresentazione complessiva dell’autore Dante attraverso una forma concentrata che mescola precisione scientifica e brevitas, concentrazione simbolica e narrazione; lo studio si presenta quindi come un esperimento che si svolge a metà strada tra discorso pubblico e discorso scientifico su Dante, in quell’area intermedia, di valore ugualmente culturale e politico, che è la didattica.

  • Utopie egualitarie e riformismo illuminato nella Carestia di Domenico Tempio
    17-30
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    66

    La Carestia del poeta siciliano Domenico Tempio è un poema satirico allegorico che si inserisce nella tradizione del riformismo illuminato meridionale, alimentando l'utopia della pace e dell'egualitarismo sociale. L'articolo analizza alcuni frame dell'opera per cogliere la spinta al rinnovamento della poesia settecentesca, attraverso un uso stilistico del linguaggio poetico che oscilla tra coloriture marcatamente espressioniste e tracce altrettanto visibili di classicismo formale.

  • Foscolo e gli “amici” del Conciliatore
    31-46
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    81

    Il primo numero del «Conciliatore» esce nel settembre 1818; esso ha alle sue spalle accese discussioni. Silvio Pellico, che ne fu il più assiduo propugnatore, si sentiva parte di una élite intellettualmente egemone. Il segno foscoliano circola nelle opere di questi giovani intellettuali della nuova generazione. È la crisi di una generazione che finisce per investire l’idea stessa di letteratura e che vede il passaggio dalle certezze dell’Illuminismo alle inquietudini romantiche. La querelle des anciens et des modernes portò alla luce lo iato incolmabile che contrapponeva Foscolo ai suoi amici e allievi. La posizione assunta dall’esule rischiava di porlo contro i suoi amici più cari, i romantici, e di avvicinarlo maggiormente ai suoi detrattori, i classicisti. Foscolo non riesce a intravedere nessuna possibilità di riuscire a sperimentare una valida mediazione. Netto sintomo della sua perentoria chiusura.

  • «Chiudendosi in corpo i propri guai»: il “codice della chiusura” nel Mastro-don Gesualdo
    47-59
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    Nel Mastro-don Gesualdo il corpo e la gestualità si offrono come mezzo privilegiato dalla scrittura verghiana per consentire lo «svelamento» dell’interiorità dei personaggi al lettore. Il contributo proposto intende illustrare come i personaggi del romanzo, in modo coerente rispetto ai processi sociali che Verga intende rappresentare, vivano una forma di chiusura alla comunicazione che assume la sua rappresentazione più «esatta» nel silenzio e, nel corpo, nella posa delle spalle voltate.

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  • I “fatti di Bronte” (1860) e un “monumento” del realismo letterario: Libertà di Giovanni Verga
    60-72
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    154

    La novella Libertà di Giovanni Verga è stata spesso letta come fonte storica, e ne sono state notate, anche acutamente, con l'autorevolezza di Leonardo Sciascia, le presunte alterazioni degli eventi storici del 1860, la sanguinosa rivolta nel paese di Bronte, sull'Etna, e la repressione operata dai garibaldini guidati da Nino Bixio (i "fatti di Bronte"). Si propone qui una interpretazione della novella come "monumento" letterario, e non come "documento", rilevandone la tensione immanente verso un "contenuto di verità" a cui aspira il realismo verghiano, con la sua delega narrativa, la rinuncia al giudizio autoriale, la molteplicità di punti di vista, l'attrito che ne deriva dal loro accostamento nella narrazione anche rispetto alle prospettive dei lettori, chiamati necessariamente ad una assunzione di responsabilità.

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  • «In piedi, guardando dal finestrino». Memoria, parola, corpo nell’immaginario ferroviario di Leonardo Sciascia
    73-84
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    68

    Immagine dirompente e ricorrente nel romanzo e nella novellistica italiani, a partire da metà Ottocento, il treno assume, nell’opera di Leonardo Sciascia, una funzione peculiare, non esclusivamente tematica. Legato al ricordo indelebile del primo viaggio della sua infanzia, il treno diventa presto, per lo scrittore di Racalmuto, un topos a cui fare ricorso per la rappresentazione di alcuni dei motivi letterari a lui più cari: l’esercizio della memoria, il potere della parola, la gioia dei corpi. Attraverso i riscontri testuali ritenuti più significativi, il contributo intende offrire una rappresentativa esemplificazione delle argomentazioni proposte.

  • «Odio finanche la lingua che si parla» Potere e libertà in Nottetempo, casa per casa di Vincenzo Consolo
    85-95
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    Il saggio studia le relazioni tra il romanzo Nottetempo, casa per  casa e le considerazioni di carattere linguistico disseminate da  Consolo in altri testi. Consolo non si limita a criticare il  linguaggio del fascismo ma allarga la sua analisi critica al  linguaggio del potere in quanto tale e ai linguaggi delle opposizioni,  quando siano viziati da una vuota retorica. In tal senso, la fuga  finale del protagonista assume un valore palingenetico anche dal punto  di vista politico.

  • Apollinaire e Ungaretti: verso la “caduta” della modernità
    96-118
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    Il rapporto di stima e affinità tra Apollinaire e Ungaretti coinvolge tanto il livello biografico quanto il piano letterario. Se la critica ha abbondantemente sondato i rapporti biografici diretti – a partire dall’incontro dei poeti nel 1913 – e ha seguito gli avanzamenti della loro amicizia durante gli anni del Primo conflitto, sembrerebbero tuttavia ancora inesplorati i contatti indiretti, ovvero quelli precedenti all’arrivo di Ungaretti a Parigi nel 1912. Negli anni, sono state anche numerose le suggestioni tematiche che vedrebbero i due poeti accomunati da affinità profonde; eppure, alcune tangenze a livello tematico e testuale potrebbero ancora riservare spunti inediti e proficui per intendere la loro chiave ermeneutica della modernità.

  • Perché leggere i classici francesi: Calvino e la lezione dei maestri d’oltralpe
    119-131
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    112

    Il trasferimento di Calvino a Parigi nel 1967 segna una nuova fase della sua vita, in cui, inevitabilmente, il contatto con la cultura francese si fa più stretto e diretto. Il saggio esamina il rapporto che, negli anni parigini e in quelli del rientro in Italia, lo scrittore intesse con i grandi classici francesi, negli scritti sparsi e all'interno delle Norton Lectures.

  • Lo scrutatore e la Scrittura. Appunti sulla Bibbia di Calvino
    132-145
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    La giornata d'uno scrutatore è un testo fondamentale nel percorso di Italo Calvino. Segna una divisione tra un prima e un dopo. La giornata, infatti, si colloca tra il Calvino fiabesco e il Calvino 'cosmicomico' come incontro decisivo e scandaloso con la realtà del corpo e con i testi della Scrittura, in un nesso forte e quasi impensabile, che rende La giornata d' uno scrutatore a unicum calviniano. Mettere in luce il nesso tra il richiamo del corpo e la Bibbia è compito di questo saggio.

  • Umberto Eco e l’Apocalisse
    146-159
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    L’Apocalisse è un mitologema che ha fornito forme simboliche e strutture narrative alla letteratura contemporanea: Karl Löwith, Frank Kermode, Ernst Bloch sono solo alcuni degli studiosi che hanno messo a tema la resistenza e la produttività del paradigma apocalittico nell’età secolare. Umberto Eco ha intrattenuto con l’Apocalisse un lungo commercio, fin dalla pubblicazione di
    Apocalittici e integrati. Nei suoi saggi e nei romanzi, l’Apocalisse appare come dispositivo di rivelazione, ma anche di occultamento e falsificazione (Il nome della rosa), e come modello transmediale di traduzione e di riuso (Beato di Liebana, Enrico Baj, La misteriosa fiamma della regina Loana).

  • Il mareggiare delle lingue tra emigrazione e immigrazione: il caso dell’italiano
    160-176
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    Il contributo si inserisce nell'ambito della ricerca esistente sullo stato di salute degli italiani all'estero. Propone i risultati preliminari sull'immaginario linguistico di una ricerca qualitativa e quantitativa svolta a Toronto nel 2022 che ha coinvolto 100 informatori di origine italiana appartenenti a diverse generazioni migratorie. I risultati della ricerca evidenziano il valore pluralistico dell'immaginario linguistico degli informatori in cui l'italiano compete fortemente con altre lingue all'interno di uno spazio di possibilità comunicative. Si riferiscono allo spazio della lingua italiana tradizionale sia in Italia, con i dialetti, sia all'estero, con l'italiese nel contesto della ricerca canadese.

  • La poligenesi del soggetto: da Ovidio al moderno e ritorno
    177-185
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    Il Saggio ricostruisce, in una prospettiva di longue durée, il processo Poligenetico della «Nascita del Sé», dal tema Classico in Plauto e Ovidio, passando per Dante, la commedia elegiaca medievale, e la tradizione umanistica dei “Cantari”, fino alla scena fiorentina e alla svolta machiavellica. In conclusione, il Soggetto non è un'invenzione moderna, ma un fenomeno continuo e aperto di riscoperta nella cultura occidentale.

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