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  • Per una grammatica del sogno nel «Decameron». Forme e strutture delle novelle a tema onirico
    96-109
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    307

    This paper takes into account the oneiric issue in Giovanni Boccaccio Decameron, with the aim of defining Boccaccio’s overall “grammar of dreaming”: besides an accurate investigation on Decameron’s sources, which range from classic to Medieval literature, it retraces the narrative constructions of the short-novels with oneiric subjects, hypothesizing the existence of two main schemes. In the short-tales on a vision (which are the most known), it is almost always replied the scheme of the “tale in the tale”, due to the creation of a imaginary world with its own rules. Meanwhile, in the short tales of deceiving, the dream is useful to trick the naive antagonist, making him believe something unbelievable. In both cases, it has a deep influence on the so-called “statute of reality” (Amedeo Quondam): in the first, there is the invention of a new reality; in the second it is deconstructed instead.

  • Testimoniare “un altro tempo all’interno del nostro tempo”: Tutto il miele è finito di Carlo Levi
    10-27
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    176

    Tutto il miele è finito fa parte dell'interesse di Carlo Levi per le culture Altre e nella continuità dell'incontro con la diversità antropologica del Mezzogiorno inaugurato da Cristo fermato a Eboli. Questo articolo si concentra sul tema dell'arcaico, e sulla prospettiva della "compresenza dei tempi" che caratterizza il pensiero di Levi, per dimostrare come da Tutto il miele è finito emerge la testimonianza "di un altro tempo che precede la storia ma che è se stesso contemporaneo della storia e presente come la storia stessa ”(G. Agamben).

  • «In piedi, guardando dal finestrino». Memoria, parola, corpo nell’immaginario ferroviario di Leonardo Sciascia
    73-84
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    46

    Immagine dirompente e ricorrente nel romanzo e nella novellistica italiani, a partire da metà Ottocento, il treno assume, nell’opera di Leonardo Sciascia, una funzione peculiare, non esclusivamente tematica. Legato al ricordo indelebile del primo viaggio della sua infanzia, il treno diventa presto, per lo scrittore di Racalmuto, un topos a cui fare ricorso per la rappresentazione di alcuni dei motivi letterari a lui più cari: l’esercizio della memoria, il potere della parola, la gioia dei corpi. Attraverso i riscontri testuali ritenuti più significativi, il contributo intende offrire una rappresentativa esemplificazione delle argomentazioni proposte.

  • Simone Giusti, Natascia Tonelli: Comunità di pratiche letterarie. Il valore d’uso della letteratura e il suo insegnamento, Torino, Loescher, 2021
    152-154
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    110

    Reccensione a Simone Giusti, Natascia Tonelli: Comunità di pratiche letterarie. Il valore d’uso della letteratura e il suo insegnamento, Torino, Loescher, 2021

  • Siete voi qui, ser Brunetto?». I volti di Brunetto Latini: rappresentazione e autorappresentazione
    96-107
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    166

    As in portrait (attributed to Giotto) of Brunetto Latini and Dante Alighieri, history has tended to pair the two poets, who were both exiled from their native Florence. The role played by Brunetto Latini in Florence’s history paralleled that of the orator Cicero in Republican Rome and Dante, his student, was Florence’s Virgil. The famous “Brunetto’s Song” (Canto XV of Inferno) has generated many controversies, determined and justified by an uninterrupted and secular reflection. The encounter between the protagonist-traveler and his master has great importance also from the point of view of the creation of The Divine Comedy. But the old florentine intellectual does not only appear in this canto: in fact, he is the author and, at the same time, the protagonist of the famous opera Il Tesoretto, a didactic-allegorical poem written in volgare. In my study I focus on the figure of Brunetto Latini and on his representation by Dante. At first I examine the protagonist Latini: how he appears in the canto and what his part is in The Divine Comedy. Then I concentrate on the author Latini and I try to identify the poet’s voices in the texts and descriptions according to the context.

  • Restare o partire? Sulle rappresentazioni non stereotipate di Napoli
    36-53
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    346

    L'immagine letteraria di Napoli, "Capitale del Sud", che vede periodiche alternanze di crisi e splendore nelle arti, è sicuramente dicotomica: da un lato il locus amoenus in cui fiorisce l'inventiva e diverse tradizioni culturali si intersecano e convivono; dall'altro, il luogo simbolico di immense disparità sociali, uno scoppio di epidemie e la culla di una mentalità rilassata e reazionaria. L'immagine usata da Benedetto Croce per definire la città, "un paradiso abitato dai diavoli", risale al Medioevo, e viene negata di volta in volta dagli autori che intendono costruire un mito positivo di napoletanità, ma già agli inizi 20° secolo, e quindi soprattutto nel periodo dal 1943 (ai giorni nostri), ci sono accenti sempre più critici nei confronti di questa immagine, che risultano - più che nell'odio o nel disprezzo per la città e i suoi abitanti - nella tendenza ad allontanarsi da Napoli, per abbandonare una realtà contraddittoria che non risolve i suoi problemi, ma come una foresta vergine ricresce distruggendo ogni elemento del progresso. Gli autori esaminati nell'articolo sono: Carlo Bernari, Anna Maria Ortese, Raffaele La Capria, Fabrizia Ramondino, Ermanno Rea, Giuseppe Montesano, Elena Ferrante.

  • Traduzioni belles infidèles. Commenti a quelle dei componimenti lubrici di Domenico Tempio
    161-182
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    384

    Belles infidèles is a French expression highlighting a well-known problem in translating from one language to another. This is true especially in the field of literature and particularly in poetry, where the exterior aspects of the words (for example, the harmony of rhymes, the images, the emotional vibrations, the semantic fields, the polysemy, and so on) become substantial and hardly translatable. The essay focuses on some bad translations of some selected verses from the obscene poems by a 18th-century Sicilian dialect poet, Domenico Tempio: they clearly show the translators’ intervention, who took many liberties and betrayed the formulation, the sense and the effect of the original texts. The essay proposes some more faithful translations of them.

     

     

  • Il ruolo dell’Italia per la realizzazione del progetto della Confederazione Danubiana del 1862
    146-161
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    245
  • Friulani nell’industria ungherese con particolare riguardo alla città di Debrecen
    124-145
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    206

    L'emigrazione ha avuto un ruolo significativo nella storia del Friuli per secoli. Sin dal Medioevo, l'emigrazione friulana era caratterizzata principalmente dal movimento di venditori ambulanti (i cosiddetti cramârs) verso i territori tedeschi. Tuttavia, il movimento migratorio friulano più significativo risale ai cinquant'anni precedenti la Prima guerra mondiale, quando la crescente richiesta di manodopera, causata dallo sviluppo industriale europeo, richiamava lavoratori in quantità enormi. Durante questi decenni, l'Impero austroungarico divenne la principale destinazione del movimento, ma il primato dell'Austria fu superato dall'Ungheria negli anni tra il 1892 e il 1894. La migrazione di massa nell'area (avvenuta fino allo scoppio della Prima guerra mondiale) causò cambiamenti duraturi nell'industria ungherese. Le fonti storiche dimostrano che la presenza dei friulani fu significativa soprattutto in alcuni settori, come l'edilizia e la lavorazione della carne. Le aziende friulane attive nel settore della carne durante questo periodo hanno avuto un profondo effetto sulla diffusione e sul successo di un nuovo prodotto: il salame. Va sottolineato che accanto a Budapest e Seghedino, sede del famoso salame Pick, Debrecen ha avuto un ruolo chiave in questo processo con le sue due fabbriche della famiglia Boschetti e Vidoni e dei loro lavoratori migranti

  • Scrivere e descrivere: La pervasività dell’ekphrasis nella poesia di Edoardo Sanguineti
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    234

    This paper aims to explore the all-pervasiveness of the technique of ekphrasis within Edoardo Sanguineti’s poetry, from Laborintus (1956) to Varie ed eventuali (2010). The study is conducted looking at six exemplary texts (Laborintus 3 and 7, Reisebilder 14, Cataletto 1, Corollario 43, Mantova 15) belonging to different periods of Sanguineti’s literary career and comparing them with the visual objects that they describe. In this way, the study tries to show the usage of ekphrasis not only as a simple rhetorical device but also as a primary poetical tool. Finally, the article drafts some future ways for further investigation, such as the cataloguing of all the ekphrasises hidden in Edoardo Sanguineti’s poetry, the application of the theoretical results achieved by the international visual studies, and the possibility of connecting Sanguineti’s ekphrasis with the ones used by other Italian contemporary poets.

  • Donna, che fosti tra le donne un Sole»: sui tentativi poetici giovanili di Paolo Paruta (metà XVI sec.)
    60-73
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    136

    During the mid-1560s, Paolo Paruta (1540-1598), future Ambassador of the Republic of Venice in Rome (1591-1595) and author of the three books of Perfettione della Vita Politica (Venice, 1579) wrote some poems: the canzone Donna, che fosti tra le donne un Sole, and three somnets. The former was then published in Dionigi Atanagi’s Rime di diversi nobilissimi et eccellentissimi autori, in morte della Signora Irene delle Signore di Spilimbergo (Venice, 1561), the latters were insert in Diomede Borghesi’s anthology for Cinzia Braccioduro Garzadori (then published in Padua, 1567, without Paruta’s somnets).

    Writing those juvenile poems and making them circulate among the Venetian literary circles (such as Domenico Venier’s), Paruta was looking not only for artistic approval, but also for social visibility: the canzone and the somnets were part of his wider strategy for social climbing inside Venetian patrician ruling class.

  • Populismo: una categoria storiografica controversa
    80-94
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    La nota nasce dalla necessità di realizzare un sondaggio sulla recente letteratura internazionale dedicata al populismo, partendo soprattutto dalle considerazioni contenute in The Populist Temptation di Eichengreen, e in Dal fascismo al populismo nella storia di Finchelstein, nonché dai risultati dell'Oxford Handbook of Populism di Oxford, a cura di Rovira Kaltwasser, Taggart, Ochoa Espejo e Ostiguy. Le riflessioni contrastanti registrate attorno a un fenomeno così dibattuto consentono di delineare gli elementi che giustificano l'introduzione di una categoria storiografica a sé stante e di proiettare alcune definizioni sull'intera storia del sistema politico italiano. L'intenzione di questa visione d'insieme è quella di costruire un catalogo delle varie interpretazioni del populismo emerse negli ultimi anni. È interessante notare che negli anni successivi alla seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri, le pubblicazioni sul populismo sono state prodotte in modo discontinuo, rendendo l'argomento ancora più sfuggente e non classificabile.

  • Monicelli e la memoria della Grande Guerra
    125-139
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    In my essay, I examine Mario Monicelli’s La Grande Guerra, in order to verify if its comic and anti-heroic perspective really leads to a new concept of WWI. I first retrace the director’s previous filmography, where the characters, genres and patterns which will recur in La Grande Guerra originally take shape. I then reconstruct the movie’s genesis, focusing on the sources the screenwriters refer to: not only WWI movies and memories, such as Kubrick’s Paths of Glory and Lussu’s Un anno sull’Altipiano, but also, quite unexpectedly, La vita militare by De Amicis.

    On this basis, I analyse the representation of the war, in its figurative and narrative elements. In many senses, it’s a war seen from the ground, and indeed the scenography and script take inspiration from the soldiers’ pictures of the front and their military songs. In this realistic context, Monicelli develops the plot of two cowardly privates, from a poor, undisciplined background, who ultimately identify with their nation enough to sacrifice themselves for their compatriots.

    The purpose of highlighting the unacknowledged war contribution of the mass, however, is somehow contradicted by the army’s image. The comic and anti-heroic aspects, indeed, concern only the low-ranked soldiers, while the Command is represented in a sentimental way. In this respect, Monicelli confirms a rhetoric coming from De Amicis, and later inherited by Fascism: the army as an image of a model society, where North and South, rich and poor, educated and illiterate unite, and where everyone deserves his hierarchical rank.

  • Dizionari, sinonimia e marche d’uso
    108-122
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    La straordinaria ricchezza della lingua italiana non sempre viene adeguatamente valorizzata dai dizionari. Nell’epoca della digitalizzazione del dizionario continuano a sopravvivere procedimenti definitori che andrebbero ormai messi al bando. I participi presenti o passati che abbiano anche funzione di aggettivo (per es. nascente) sono talvolta definiti con la formula «Nei significati del verbo». I nomi deaggettivali indicanti qualità, condizione o stato (per es. ordinarietà) sono spesso definiti con la formula “l’essere + aggettivo di base (ordinario)”. Queste definizioni, la cui valenza informativa è pressoché nulla, non rendono certo un buon servizio al lettore. Del tutto diversa è l’impostazione di un dizionario dei sinonimi, che deve cercare di orientare il lettore nel dedalo delle possibili alternative lessicali con l’intento di aiutarlo a trovare i termini più adatti per esprimere le diverse sfumature di uno stesso concetto. La ricerca delle equivalenze semantiche diventa in tal modo una scoperta delle differenze, più o meno rilevanti, che esistono tra una parola e l’altra. Di essenziale importanza a tale riguardo è la funzione delle marche d’uso: la distinzione tra parole fondamentali, parole di alto uso, parole di alta disponibilità e parole comuni, utilissima in molti ambiti, non è di grande aiuto per uno scrivente interessato a informazioni di carattere stilistico. La classificazione per fasce di frequenza non ci avverte per es. che volto è di registro più elevato rispetto a faccia, autovettura è di registro più formale rispetto a macchina, cinematografo nel senso di ‘sala cinematografica’ è antiquato rispetto a cinema.

  • Luigi Russo: l’unità di scienza e vita
    10-19
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    Nella sua attività di storico e critico Luigi Russo considerò la letteratura non nella prospettiva circoscritto sapere disciplinare, ma tese sempre a correlarla ad aspetti più ampi del reale, della storia, a “fare storia” più che a “saper leggere”, a connettere sempre “scienza” e “vita”, teoria e prassi, studio e valori etico-politici, secondo l’insegnamento di Francesco De Sanctis, enunciato nella straordinaria omonima prolusione napoletana del 1872, da Russo interpretata nella monografia Francesco De Sanctis e la cultura napoletana del 1928. L’opera di Luigi Russo, antiautoritaria, antidemagogica, antidittatoriale, può ancora essere punto di riferimento per coloro a cui stanno a cuore, insieme, i valori della cultura e della polis.

  • «Trista è tal arte e tristo quel che spende / tutto il suo tempo in opra così vile»: edizione critica e commento dell’Alfabeto de’ giuocatori di Giulio Cesare Croce
    110-124
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    137

    Giulio Cesare Croce (1550-1609) was a polygraph who composed several poetical works that describe the daily life of the Bolognese people. This paper examines Alfabeto de’ giuocatori, a poem dedicated to the theme of the game and of the vices and virtues of the players. The author analyzes the poem and discusses the transmission of the text and philological variants. The article is concluded by the critical edition and the commentary (regarding philological, linguistic, lessical and literary aspects).

  • ALESSANDRA DINO, A colloquio con Gaspare Spatuzza. Un racconto di vita, una storia di stragi, Bologna, il Mulino, 2016
    216-219
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    recensione a ALESSANDRA DINO, A colloquio con Gaspare Spatuzza. Un racconto di vita, una storia di stragi, Bologna, il Mulino, 2016

  • «Occasioni» e «moments of being»: il modernismo di Montale
    21-37
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    Questo saggio esamina la posizione di Montale rispetto alla categoria critica di «modernismo» non solo nel contesto italiano, ma anche europeo. A questo scopo, le pagine che seguono intendono tracciare quelle presenze a livello testuale che suggeriscono un’affinità tra le «occasioni» di Montale e i «moments of being» di Virginia Woolf: dei piccoli e rari «disguidi del possibile» che rendono possibile vedere oltre l’ovatta della vita quotidiana.