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  • Perché leggere i classici francesi: Calvino e la lezione dei maestri d’oltralpe
    119-131
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    73

    Il trasferimento di Calvino a Parigi nel 1967 segna una nuova fase della sua vita, in cui, inevitabilmente, il contatto con la cultura francese si fa più stretto e diretto. Il saggio esamina il rapporto che, negli anni parigini e in quelli del rientro in Italia, lo scrittore intesse con i grandi classici francesi, negli scritti sparsi e all'interno delle Norton Lectures.

  • Pepe-Lamartine Una polemica letteraria e un duello per il Risorgimento
    64-79
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    245

    Il saggio ricostruisce le reazioni  provocate a Firenze dalla pubblicazione di Le dernier chant du pelerinage d’Harold di Alphonse de Lamartine (1825), ispirato all'opera incompiuta di Lord Byron. Il ritratto dell'assoluta decadenza dell'Italia contemporanea, con la definizione dei suoi abitanti di "polvere d'uomini", indignò gli intellettuali, che avrebbero voluto rispondere nell'Antologia di Vieusseux, il periodico più importante dell'epoca. Pietro Giordani intendeva anche rispondere a Lamartine pubblicando un saggio sulle Operette Morali del giovane (e ancora sconosciuto) Giacomo Leopardi, interpretato come un grande e vivente italiano. La censura ha impedito questa e altre risposte, ma non un aspro riferimento contenuto in un opuscolo dell'esiliiato napoletano Gabriele Pepe.  Ferito nell'orgoglio, Lamartine (all'epoca responsabile dell'ambasciata francese a Firenze) sfidò Pepe a duello. La vittoria di Pepe suscitò un grande entusiasmo a Firenze e in tutta Italia. Il tema dell'onore offeso e vendicato con una prova di valore divenne una costante e fu imitato molte altre volte, nella realtà e nella letteratura, alimentando l'immaginazione di diverse generazioni.

  • Traduzioni belles infidèles. Commenti a quelle dei componimenti lubrici di Domenico Tempio
    161-182
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    384

    Belles infidèles is a French expression highlighting a well-known problem in translating from one language to another. This is true especially in the field of literature and particularly in poetry, where the exterior aspects of the words (for example, the harmony of rhymes, the images, the emotional vibrations, the semantic fields, the polysemy, and so on) become substantial and hardly translatable. The essay focuses on some bad translations of some selected verses from the obscene poems by a 18th-century Sicilian dialect poet, Domenico Tempio: they clearly show the translators’ intervention, who took many liberties and betrayed the formulation, the sense and the effect of the original texts. The essay proposes some more faithful translations of them.