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  • «In piedi, guardando dal finestrino». Memoria, parola, corpo nell’immaginario ferroviario di Leonardo Sciascia
    73-84
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    46

    Immagine dirompente e ricorrente nel romanzo e nella novellistica italiani, a partire da metà Ottocento, il treno assume, nell’opera di Leonardo Sciascia, una funzione peculiare, non esclusivamente tematica. Legato al ricordo indelebile del primo viaggio della sua infanzia, il treno diventa presto, per lo scrittore di Racalmuto, un topos a cui fare ricorso per la rappresentazione di alcuni dei motivi letterari a lui più cari: l’esercizio della memoria, il potere della parola, la gioia dei corpi. Attraverso i riscontri testuali ritenuti più significativi, il contributo intende offrire una rappresentativa esemplificazione delle argomentazioni proposte.

  • Lo scrutatore e la Scrittura. Appunti sulla Bibbia di Calvino
    132-145
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    La giornata d'uno scrutatore è un testo fondamentale nel percorso di Italo Calvino. Segna una divisione tra un prima e un dopo. La giornata, infatti, si colloca tra il Calvino fiabesco e il Calvino 'cosmicomico' come incontro decisivo e scandaloso con la realtà del corpo e con i testi della Scrittura, in un nesso forte e quasi impensabile, che rende La giornata d' uno scrutatore a unicum calviniano. Mettere in luce il nesso tra il richiamo del corpo e la Bibbia è compito di questo saggio.

  • «Chiudendosi in corpo i propri guai»: il “codice della chiusura” nel Mastro-don Gesualdo
    47-59
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    185

    Nel Mastro-don Gesualdo il corpo e la gestualità si offrono come mezzo privilegiato dalla scrittura verghiana per consentire lo «svelamento» dell’interiorità dei personaggi al lettore. Il contributo proposto intende illustrare come i personaggi del romanzo, in modo coerente rispetto ai processi sociali che Verga intende rappresentare, vivano una forma di chiusura alla comunicazione che assume la sua rappresentazione più «esatta» nel silenzio e, nel corpo, nella posa delle spalle voltate.