1. 2023

    1. Vol. 29 (2023)
  2. 2022

    1. Vol. 28 (2022)
  3. 2021

    1. Vol. 27 (2021)

      We cannot and do not want to remain indifferent to the tragic events that are affecting neighboring Ukraine. For this reason, we have decided, in our own small way, to become promoters of a culture of peace through the thoughts of some intellectuals, artists, and prominent historical characters and ideally wrapping our pages with the colors of the Ukrainian flag.

       

      Qual colpa, qual giudicio o qual destino,
      fastidire il vicino
      povero, e le fortune afflitte e sparte
      perseguire, e ‘n disparte
      cercar gente e gradire
      che sparga ‘l sangue e venda l’alma a prezzo?
      ...
      e quel che ‘n altrui pena
      tempo si spende, in qualche atto piú degno
      o di mano o d’ingegno
      in qualche bella lode,
      in qualche onesto studio si converta.
      ...
      I’ vo gridando: Pace, pace, pace.
      (Francesco Petrarca, Italia mia, benché ‘l parlar sia indarno)


      Tempo verrà, sì, deve essere veramente un fatto il progresso umano, ove ogni genere d’esercito diventerà inutile, perché è da sperare che gli uomini capiscano che per intendersi non abbisognano ammazzarsi. (Giuseppe Garibaldi, 1878)


      Tutti parlano di pace, ma nessuno educa per la pace, si educa per la concorrenza e questo è il principio di qualsiasi guerra. Quando educhiamo per cooperare ed essere solidali l’uno con l’altro, quel giorno educheremo per la pace (Maria Montessori)

       

      Non chiedere chi ha vinto: non ha vinto nessuno. Non chiedere chi ha perso: non ha perso nessuno. Non chiedere a cosa è servito: non è servito a nulla. Fuorché ad eliminare cinquemila creature fra i diciotto e i trent’anni (Oriana Fallaci)


      Se i popoli della terra, coralmente, potessero esprimersi, al di sopra di ogni differenza ideologica, politica, di ogni razza, al di sopra di ogni credo e di ogni differenza di credo religioso, tutti i popoli della terra si pronuncerebbero per la pace contro la guerra (Sandro Pertini)

       

      L’indifferenza è inferno senza fiamme,
      ricordalo scegliendo fra mille tinte
      il tuo fatale grigio.

      Se il mondo è senza senso
      tua solo è la colpa:
      aspetta la tua impronta
      questa palla di cera.
      (Maria Luisa Spaziani, L’indifferenza)

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  4. 2020

    1. Vol. 26 (2020): Lingue, letterature, persone in movimento e in contatto

      In this issue of our journal we host a special section entitled Languages, literatures, people in movement and in contact. The articles represent a selection of interventions held in the online seminar percorsi/contatti/migrazioni/dualismi: North-South and Mediterranean in the Italian language, literature and culture.

      The global health crisis due to the spread of the new Coronavirus has forced not only all of us to change normal teaching practices and physically distance ourselves from our students, but it has also largely prevented the usual scientific and cultural exchange activities between fellow researchers. .

      Numerous initiatives have been canceled or rescheduled in view of better times, many others have been “moved” to the virtual rooms of the numerous videoconferencing platforms and softwares. We too have decided to follow this path, canceling a conference scheduled for spring 2020 and transforming it into a weekly online seminar.

      However, we wanted to take the opportunity to broaden the horizon of our proposal and, thanks to the active collaboration of the University of Cagliari and the Université Paris-Nanterre, we were able to reach a wider and more numerous audience of students. and colleagues interested in the issues in question.

      Between September and November 2020, numerous scholars from various disciplines, connected by Italy, France, Finland, Spain, Germany and, of course, Hungary, offered their point of view and shared their research over a wide time and thematic span: from the eighteenth century to the closest contemporaneity; from migrations to and from Italy to the historical reconstruction of the dualism between North and South Italy and to the analysis of its cultural repercussions even today.

      The aim of the initiative was precisely to offer a space for contact for very different approaches and methods, useful for grasping the spaces of intersection between language(s) and literature(s), as well as the numerous nuances that the 4 key words (paths, contacts , migrations, dualisms) of the title can take on in Italian history and culture.

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  5. 2019

    1. Vol. 25 (2019): 25th year of ItalDeb

      Italianistica Debreceniensis da 25 anni rappresenta un caso speciale nella piccola editoria italiana in Ungheria: è l’unica rivista dedicata interamente alla cultura italiana pubblicata ogni anno senza interruzioni. La rivista è nata contemporaneamente alla (ri)fondazione del Dipartimento di Italianistica dell’Università degli “Studi Lajos Kossuth” (oggi Università di Debrecen), avvenuta nel 1993. La lingua e la cultura italiane venivano insegnate all’Università di Debrecen nel quadro di un Istituto Italiano dall’anno accademico 1923-24 per più di un ventennio, tra gli accademici spiccava il nome di Gaetano Trombatore, famoso critico letterario. Nel primo semestre dell’anno accademico 1949-50 l’Istituto, per decisione del regime comunista, dovette cessare la sua attività. Per lunghi decenni, fino alla rifondazione del Dipartimento, a Debrecen l’italianistica era rappresentata dalle ricerche del noto studioso di Dante, il professore Imre Bán.


      Il 25o anniversario di Italianistica Debreceniensis è un traguardo importante e significativo che ci rende orgogliosi del percorso fin qui intrapreso e, allo stesso tempo, come ogni importante anniversario, anche questo sarà motivo di riflessione e di analisi. Nel corso di un quarto di secolo molte cose sono cambiate, e adesso dobbiamo proseguire verso le sfide che ci aspettano tra presente e futuro.
      Per festeggiare i 25 anni della nascita della rivista abbiamo invitato a pubblicare i risultati delle loro ricerche colleghi di diverse università europee, con i quali si è stabilito un lungo periodo di amicizia e proficua collaborazione scientifica.
      Gli articoli che presentiamo in questo numero spaziano tra le maggiori aree di interesse dell’italianistica in Ungheria: dalla critica letteraria alle relazioni italoungheresi, dalla linguistica alla lettaratura contemporanea, passando per gli studi sul Risorgimento. La presenza di così tante firme prestigiose ci riempie di orgoglio
      e speriamo sarà di gradimento per i nostri lettori, per noi è senz’altro uno stimolo per continuare il viaggio nei prossimi 25 anni di storia del nostro Dipartimento.

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  6. 2018

    1. Vol. 24 (2018)

      Abbiamo l’onore di ospitare su queste pagine i contributi presentati in due sessioni tematiche organizzate all’ultimo convegno dell’American Association of Teachers of Italian. Il convegno, ospitato dall’Università di Cagliari tra il 20 e il 25 giugno 2018, ha visto la partecipazione di oltre 200 ricercatori provenienti da tutto il mondo e le relazioni plenarie di due illustri studiosi come Amedeo Quondam e
      Margherita Heyer-Cáput.
      Le sessioni di cui raccogliamo qui gli atti sono state organizzate da Paolo Orrù e Myriam Mereu. La prima, dal titolo Visioni del Sud, visioni dal Sud: il Mezzogiorno e il Mediterraneo come costruzioni discorsive, si è posta l’obiettivo di indagare da più punti di vista metodologici (linguistico e letterario) il dualismo tra Nord e Sud Italia. Tale divisione ideale ha giocato un ruolo importantissimo per la costruzione dell’identità nazionale e ancora oggi struttura gran parte dei discorsi politici e mediatici sullo stato del nostro Paese. È luogo comune ritenere che al momento dell’Unità d’Italia, il Paese fosse diviso in un Nord progredito e moderno e un Sud arretrato economicamente e socialmente. Tali costruzioni di senso sono radicate in più ampie correnti di pensiero europee che a cavallo tra XVIII e XIX secolo hanno contribuito a tratteggiare la profonda alterità del meridione europeo e hanno in parte alimentato le imprese risorgimentali italiane. Studi recenti, da punti di vista metodologici differenti (storici, culturali, letterari), hanno iniziato a riflettere criticamente su tale impostazione. Il meridione italiano e il Mediterraneo sono diventati così oggetti epistemologici di grande e rinnovato interesse.

      Miti e leggende nella letteratura e nel cinema d’ambientazione sarda è il titolo della seconda sessione; ha accolto contributi che riflettono sul ruolo della fantasia nella costruzione dell’immagine letteraria e cinematografica della Sardegna. La narrativa sarda è visceralmente legata alla tradizione orale, da sempre veicolo privilegiato di trasmissione del sapere e delle storie in una società prevalentemente agropastorale. L’oralità e la scrittura si nutrono della Storia per restituirla alla collettività sotto forma di epos, miti e leggende che in ogni epoca hanno dato vita a creature fantastiche e trasfigurazioni oniriche della realtà. Sebbene il fantastico non sia un elemento ricorrente nella letteratura sarda moderna e contemporanea, non mancano le apparizioni di spiriti, diavoli e fate nelle leggende di Grazia Deledda; janas nelle fiabe di Gino Bottiglioni; pietre dalle quali scaturiscono streghe e diavoli (Copez e Oppes); strias e cogas che si materializzano nei racconti di Sergio Atzeni; accabadoras che danno la buona morte (Murgia, Murineddu). Si pensi anche all’accoglienza favorevole della saga Iskìda della terra di Nurak, trilogia fantasy di Andrea Atzori. Anche il cinema sardo contemporaneo è divenuto un canale fecondo di divulgazione delle storie e delle leggende della tradizione popolare, attraverso la rievocazione di creature immaginarie quali surbiles (Giovanni Columbu), panas (Marco Antonio Pani), cogas (Michela Anedda) e altre figure leggendarie in bilico tra Storia e fantasy (Nuraghes di Mauro Aragoni).

      Ringraziamo tutti i colleghi che hanno scelto la nostra rivista come sede per veicolare le proprie ricerche e non ci resta che augurare a tutti una buona lettura. 

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  7. 2017

    1. Vol. 23 (2017)
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