V. 27 (2021)

Pubblicato December 1, 2021

Non possiamo né vogliamo rimanere indifferenti di fronte ai tragici avvenimenti che stanno funestando la vicina Ucraina. Per questo abbiamo deciso, nel nostro piccolo, di farci promotori di una cultura della pace attraverso i pensieri di alcuni intellettuali, artisti e personaggi storici italiani e avvolgendo idealmente le nostre pagine con i colori della bandiera ucraina

 

Qual colpa, qual giudicio o qual destino,
fastidire il vicino
povero, e le fortune afflitte e sparte
perseguire, e ‘n disparte
cercar gente e gradire
che sparga ‘l sangue e venda l’alma a prezzo?
...
e quel che ‘n altrui pena
tempo si spende, in qualche atto piú degno
o di mano o d’ingegno
in qualche bella lode,
in qualche onesto studio si converta.
...
I’ vo gridando: Pace, pace, pace.
(Francesco Petrarca, Italia mia, benché ‘l parlar sia indarno)


Tempo verrà, sì, deve essere veramente un fatto il progresso umano, ove ogni genere d’esercito diventerà inutile, perché è da sperare che gli uomini capiscano che per intendersi non abbisognano ammazzarsi. (Giuseppe Garibaldi, 1878)


Tutti parlano di pace, ma nessuno educa per la pace, si educa per la concorrenza e questo è il principio di qualsiasi guerra. Quando educhiamo per cooperare ed essere solidali l’uno con l’altro, quel giorno educheremo per la pace (Maria Montessori)

 

Non chiedere chi ha vinto: non ha vinto nessuno. Non chiedere chi ha perso: non ha perso nessuno. Non chiedere a cosa è servito: non è servito a nulla. Fuorché ad eliminare cinquemila creature fra i diciotto e i trent’anni (Oriana Fallaci)


Se i popoli della terra, coralmente, potessero esprimersi, al di sopra di ogni differenza ideologica, politica, di ogni razza, al di sopra di ogni credo e di ogni differenza di credo religioso, tutti i popoli della terra si pronuncerebbero per la pace contro la guerra (Sandro Pertini)

 

L’indifferenza è inferno senza fiamme,
ricordalo scegliendo fra mille tinte
il tuo fatale grigio.

Se il mondo è senza senso
tua solo è la colpa:
aspetta la tua impronta
questa palla di cera.
(Maria Luisa Spaziani, L’indifferenza)

Fascicolo completo

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Articoli

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    This paper aims to explore the all-pervasiveness of the technique of ekphrasis within Edoardo Sanguineti’s poetry, from Laborintus (1956) to Varie ed eventuali (2010). The study is conducted looking at six exemplary texts (Laborintus 3 and 7, Reisebilder 14, Cataletto 1, Corollario 43, Mantova 15) belonging to different periods of Sanguineti’s literary career and comparing them with the visual objects that they describe. In this way, the study tries to show the usage of ekphrasis not only as a simple rhetorical device but also as a primary poetical tool. Finally, the article drafts some future ways for further investigation, such as the cataloguing of all the ekphrasises hidden in Edoardo Sanguineti’s poetry, the application of the theoretical results achieved by the international visual studies, and the possibility of connecting Sanguineti’s ekphrasis with the ones used by other Italian contemporary poets.

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