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  • Foscolo e gli “amici” del Conciliatore
    31-46
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    53

    Il primo numero del «Conciliatore» esce nel settembre 1818; esso ha alle sue spalle accese discussioni. Silvio Pellico, che ne fu il più assiduo propugnatore, si sentiva parte di una élite intellettualmente egemone. Il segno foscoliano circola nelle opere di questi giovani intellettuali della nuova generazione. È la crisi di una generazione che finisce per investire l’idea stessa di letteratura e che vede il passaggio dalle certezze dell’Illuminismo alle inquietudini romantiche. La querelle des anciens et des modernes portò alla luce lo iato incolmabile che contrapponeva Foscolo ai suoi amici e allievi. La posizione assunta dall’esule rischiava di porlo contro i suoi amici più cari, i romantici, e di avvicinarlo maggiormente ai suoi detrattori, i classicisti. Foscolo non riesce a intravedere nessuna possibilità di riuscire a sperimentare una valida mediazione. Netto sintomo della sua perentoria chiusura.

  • ‘Brume nordiche’ sullo Stretto. Le radici settentrionali del Romanticismo siciliano
    28-46
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    Il presente saggio si propone di tracciare le influenze del romanticismo nordeuropeo sulle opere di alcuni autori siciliani del primo Ottocento. L'obiettivo è sfatare il mito di un livello "inferiore" della letteratura romantica italiana rispetto alla letteratura nordica, poiché non è incentrata sulla rappresentazione delle aree oscure del sé, di temi soprannaturali, fantastici e irrazionali che sono presenti nella realtà. Vengono esaminate alcune ballate di Felice Bisazza (1809-1867) e Vincenzo Navarro (1800-1867). In queste opere la narrazione di leggende popolari mette in luce un universo spettrale e orribile, rispecchiando situazioni reali, come la violenza della classe nobile e del patriarcato, o l'ingiustizia della disuguaglianza sociale. Si parlerà poi di un'opera teatrale di Giuseppe La Farina (1815-1863), intitolata L'abbandono di un popolo (1845); l'autore ritrae la rivolta anti-spagnola del 1676 a Messina concentrandosi sulle forze inquietanti e sotterranee che si intersecano con i movimenti rivoluzionari. Verrà infine analizzata la produzione di Tommaso Cannizzaro (1838-1921) come traduttore: lo scrittore mette a disposizione del pubblico siciliano e italiano l'affascinante mondo della mitologia scandinava, attraverso le traduzioni di alcuni canti dell'Edda antica medievale.