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  • Donna, che fosti tra le donne un Sole»: sui tentativi poetici giovanili di Paolo Paruta (metà XVI sec.)
    60-73
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    During the mid-1560s, Paolo Paruta (1540-1598), future Ambassador of the Republic of Venice in Rome (1591-1595) and author of the three books of Perfettione della Vita Politica (Venice, 1579) wrote some poems: the canzone Donna, che fosti tra le donne un Sole, and three somnets. The former was then published in Dionigi Atanagi’s Rime di diversi nobilissimi et eccellentissimi autori, in morte della Signora Irene delle Signore di Spilimbergo (Venice, 1561), the latters were insert in Diomede Borghesi’s anthology for Cinzia Braccioduro Garzadori (then published in Padua, 1567, without Paruta’s somnets).

    Writing those juvenile poems and making them circulate among the Venetian literary circles (such as Domenico Venier’s), Paruta was looking not only for artistic approval, but also for social visibility: the canzone and the somnets were part of his wider strategy for social climbing inside Venetian patrician ruling class.

  • Marano: una fortezza contesa: La crisi dei rapporti politico-diplomatici tra le principali potenze europee a seguito del colpo di mano su Marano del 1542
    46-59
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    Venice’s reconquest of Marano in 1542 was a key moment in the history of the Republic. The fortress of Marano was in fact at the top of its glory between the XV and XVI century, when it was contested between Austria and Venice. When it fell in the hands of Austria in 1513, Venice tried to reconquest it with every possible means. After years of unsuccessful attempts, the feat was carried out by Beltrame Sacchia, an ambitious and adventurous merchant from Udine, who occupied the fortress in 1542 in name of the King of France. This article analyses the repercussions of Marano’s reconquest on European political equilibrium. What happened on the morning of January 2, 1542, as well as making a turning point in the boundary dynamics between Venice and the Austrian, deeply damaged the diplomatic relations between the main powers of Europe: the Venetian Republic, France, the Empire and the Ottomans.

  • Maurizio Moro: «Imagine del Salvatore dal Pordenon Pittor famoso dipinta».: Un componimento ritrovato per un dipinto perduto
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    In the essay Note sulla tradizione spirituale e religiosa Quondam denounced the prejudice which for a long time excluded from the field of “literature” the experiences of religious poetry of the pre-baroque era. The issue is greater in the field of figurative arts, where sacred poetry and those who dealt with it still find it hard to establish themselves as sources for the knowledge of works and artistic languages. This is the case of the Venetian Maurizio Moro, a canon and scholar who lived between the 16th and 17th centuries, known above all as the author of the commentary verses on Dürer’s Little Passion (Venice, 1612). The essay discusses the author’s composition on the «Imagine del Salvatore, dal Pordenon pittor famoso dipinta». The text, published in 1609 within the Amorosi stimoli dell’anima penitente and still unknown to those who have treated the Friulan painter, bears witness to a work not otherwise known, re-evaluating Moro as a precious source for art history and criticism.

  • Fortuna e traduzione delle opere letterarie italiane in Ungheria
    20-35
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    La critica letteraria, sia in Ungheria che in Italia, ha prestato grande attenzione alla fortuna e all'irradiazione della letteratura italiana in Ungheria, basti pensare ai tredici volumi, frutto della collaborazione scientifica della Fondazione Giorgi Cini di Venezia e dell'Accademia ungherese delle scienze. L'articolo mira a offrire un'ampia panoramica del successo della letteratura italiana in Ungheria, soprattutto attraverso le traduzioni. L'articolo esamina i vari periodi storici e i movimenti letterari che hanno caratterizzato i contatti letterari tra i due paesi. Fino alla seconda metà del XVIII secolo, l'irradiazione della letteratura italiana si manifestava innanzitutto nell'adozione dei suoi modelli letterari e delle sue formule poetiche nelle opere dei maggiori autori della letteratura ungherese. Il diciannovesimo secolo vide invece la stagione della traduzione dei grandi classici della prima letteratura italiana (Dante, Petrarca e Boccaccio) tradotti di nuovo nel ventesimo secolo, grazie anche all'impegno degli italiani magiari. Infine, l'articolo si concentra sulla situazione attuale, descrivendo le traduzioni di autori contemporanei.

  • Le femmine sapute di Anna Banti. Da Artemisia a Il bastardo
    38-61
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    Tra il 1980 e il 1981 Anna Banti pubblica sulla terza pagina del «Corriere della Sera» undici ritratti di pittrici. La rubrica si apre con un articolo su Sofonisba Anguissola, autrice dell'Autoritratto al cavalletto, simbolo della rivendicazione dell'identità femminile che rimette in discussione il ruolo assegnato alla donna nel Cinquecento. È il culmine di una riflessione iniziata nel 1947 con il romanzo Artemisia. Famosa nella cronaca dell'epoca per essere stata al centro di un processo per stupro, Artemisia Gentileschi viene letta come la figura responsabile di un talento, la pittura, difeso a costo di una solitudine che l'accompagna fino alla morte. Le donne muoiono è il titolo di una raccolta di quattro racconti pubblicata nel 1951. Nell'ultimo, Lavinia fuggita, ritorna il tema della vocazione. Nella Venezia del Settecento, dove comporre musica era considerata una professione maschile, Lavinia non riesce a rinunciare alla naturale inclinazione a manipolare gli spartiti con battute di sua invenzione. L'ultimo personaggio femminile che rifiuta di intraprendere la via tradizionale del matrimonio è Cecilia De Gregorio, protagonista de Il bastardo, il romanzo pubblicato nel 1953. Attraverso un percorso austero ma non privo di dubbi, racconta la storia di una donna che trova realizzazione nella propria vita. studia e diventa ingegnere capo di un'azienda

  • Il ruolo dell’Italia per la realizzazione del progetto della Confederazione Danubiana del 1862
    146-161
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