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  • Fortuna e traduzione delle opere letterarie italiane in Ungheria
    20-35
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    276

    La critica letteraria, sia in Ungheria che in Italia, ha prestato grande attenzione alla fortuna e all'irradiazione della letteratura italiana in Ungheria, basti pensare ai tredici volumi, frutto della collaborazione scientifica della Fondazione Giorgi Cini di Venezia e dell'Accademia ungherese delle scienze. L'articolo mira a offrire un'ampia panoramica del successo della letteratura italiana in Ungheria, soprattutto attraverso le traduzioni. L'articolo esamina i vari periodi storici e i movimenti letterari che hanno caratterizzato i contatti letterari tra i due paesi. Fino alla seconda metà del XVIII secolo, l'irradiazione della letteratura italiana si manifestava innanzitutto nell'adozione dei suoi modelli letterari e delle sue formule poetiche nelle opere dei maggiori autori della letteratura ungherese. Il diciannovesimo secolo vide invece la stagione della traduzione dei grandi classici della prima letteratura italiana (Dante, Petrarca e Boccaccio) tradotti di nuovo nel ventesimo secolo, grazie anche all'impegno degli italiani magiari. Infine, l'articolo si concentra sulla situazione attuale, descrivendo le traduzioni di autori contemporanei.

  • A favore della “grande mutilata”. La pubblicistica italiana filo-ungherese e la questione transilvana nel periodo interbellico
    54-63
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    218

    Il saggio descrive come è stata affrontata la questione della Transilvania durante il periodo tra le due guerre mondiali in Italia da una parte dell'intellighenzia italiana particolarmente pro ungherese.
    Autori e libri riflettono in qualche modo la posizione pro Ungheria emersa durante gli anni Venti in Italia, supportata dal revisionismo del governo fascista e amplificata negli anni Trenta. Numerosi libri e saggi proposero di cambiare i confini tra Ungheria e Romania, fino ai negoziati italo-tedeschi e al Diktat di Vienna del 1940

  • Il ruolo dell’Italia per la realizzazione del progetto della Confederazione Danubiana del 1862
    146-161
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  • Friulani nell’industria ungherese con particolare riguardo alla città di Debrecen
    124-145
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    L'emigrazione ha avuto un ruolo significativo nella storia del Friuli per secoli. Sin dal Medioevo, l'emigrazione friulana era caratterizzata principalmente dal movimento di venditori ambulanti (i cosiddetti cramârs) verso i territori tedeschi. Tuttavia, il movimento migratorio friulano più significativo risale ai cinquant'anni precedenti la Prima guerra mondiale, quando la crescente richiesta di manodopera, causata dallo sviluppo industriale europeo, richiamava lavoratori in quantità enormi. Durante questi decenni, l'Impero austroungarico divenne la principale destinazione del movimento, ma il primato dell'Austria fu superato dall'Ungheria negli anni tra il 1892 e il 1894. La migrazione di massa nell'area (avvenuta fino allo scoppio della Prima guerra mondiale) causò cambiamenti duraturi nell'industria ungherese. Le fonti storiche dimostrano che la presenza dei friulani fu significativa soprattutto in alcuni settori, come l'edilizia e la lavorazione della carne. Le aziende friulane attive nel settore della carne durante questo periodo hanno avuto un profondo effetto sulla diffusione e sul successo di un nuovo prodotto: il salame. Va sottolineato che accanto a Budapest e Seghedino, sede del famoso salame Pick, Debrecen ha avuto un ruolo chiave in questo processo con le sue due fabbriche della famiglia Boschetti e Vidoni e dei loro lavoratori migranti

  • Appunti sulla stilistica (italiana) di László Gáldi
    108-121
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    The paper deals with László Gáldi’s Introduction to Italian Stylistics (1971), placing it in the coeval context of the methodological discussions between stylistics and structuralism in the 60s and 70s, as well as in the history of the Italian stylistics in the 20th century.

    It investigates the theoretical sources of Gáldi’s book, which was influenced by different reference points: the European Romance philology, the Russian literary theory (mainly Viktor Žirmunskij’s approach to stylistics) and the Rumanian aesthetics and literary criticism.

    Moreover, it shows the connection between the Introduction and Gáldi’s previous works, particularly the important book on the poetical style of Mihai Eminescu (1964), maybe Gáldi’s most relevant stylistic study, and other significant works of the same period (an interesting stylistic analysis of Musset’ Stances and a historical study of Rumanian versification).

    In doing so, it shows the rich methodological and theoretical sources of Gáldi’s Introduction and the peculiar position of the Hungarian scholar in the history of European stylistics.

  • Molnos Péter: A valóság szerelmese. Czene Béla festészete, Budapest, Móra Könyvkiadó, 2022, pp. 464
    188-192
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    recensione a Molnos Péter: A valóság szerelmese. Czene Béla festészete, Budapest, Móra Könyvkiadó, 2022, pp. 464.