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  • “Prego, signorina”. La rappresentazione della maestra nella letteratura e nel cinema: da Maria Messina ad Alberto Lattuada
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    L'articolo aspira ad aprire una prospettiva nuova di studio sulla figura della maestra nella prima metà del Novecento italiano. Partendo da tre opere narrative meno note (due di scrittrici donne), il saggio sviluppa le stesse tematiche con uno sguardo su alcune opere rappresentative del cinema degli anni Quaranta e Cinquanta. In questa chiave, lo studio non vuole avere pretesa di esaustività, ma al contrario si pone come analisi tematica intorno alla figura femminile della maestra non sempre adeguatamente riconosciuta e analizzata. Nella prima parte si analizza un gruppo di tre novelle: L’ora che passa (1911) di Maria Messina ruota attorno a una maestra svuotata e disillusa, Rosalia, che non ha trovato nel suo mestiere i mezzi per emanciparsi; Anima bianca (1917) di Ada Negri presenta invece una maestra, Rosanna, pienamente realizzata nella sua funzione al punto da lasciarsi morire quando un evento mina la sua capacità di insegnare; infine, Un’osteria (1920) di Federigo Tozzi apre un dibattito contemporaneo sulla sofferenza di quegli insegnanti, come Assunta, costretti a lavorare lontano da casa. Nella seconda parte del saggio, invece, il discorso si sposta sul cinema: Maddalena… zero in condotta (1940) di Vittorio De Sica è la parabola della professoressa Elisa Malgari, la quale deve imparare la lezione più importante, lasciarsi amare da un uomo; infine, Scuola elementare (1954) di Alberto Lattuada apre uno squarcio sulla crisi della supplente Laura Bramati alla ricerca della sua vera identità professionale.