Nell’applicazione del biologismo alla storia di Roma, l’excursus di SHA, Car. 2-3 segna il punto d’arrivo di un percorso tracciato da Varrone Reatino con il De vita populi Romani; la reviviscenza tardoantica del poligrafo si verifica attraverso vari autori, in primis Agostino, che presenta alcuni passi del De civitate Dei decisivi per chiarire punti controversi comuni all’HA e al Seneca di Lattanzio, risalenti entrambi in ultima analisi a Varrone. Da costoro, oltre che da Floro, il più aderente nel rispettare la demarcazione varroniana al 264 fra adulescentia e iuventus, ha preso le mosse il sedicente Vopisco, caratteristico nel riproporre la tripartizione delle singole età peculiare di Varrone, a quanto asserito da Servio. Tutti gli epigoni varroniani, a partire da Seneca, hanno postdatato al principato postaugusteo la diagnosi di senectus imperii a causa dell’amissa libertas, suggerita a Varrone dall’esperienza triumvirale e della dittatura di Cesare.
La risposta di Cesare all’acclamazione a re si presta a due interpretazioni: o voluto gioco di parole sul cognomen Rex, proprio della gens Marcia (così le fonti greche ed espressamente Appiano), oppure messaggio di Cesare a sottolineare la sua superiorità sui re, alleati o vassalli del popolo romano. L’analisi delle testimonianze relative agli ultimi anni di Cesare porta alla seconda interpretazione, rettificando chi la ritiene formatasi con l’andar del tempo, a partire dai Flavi, che non possono più invocare la discendenza diretta, sostenendo invece che tale valenza fu conferita al cognomen dallo stesso dittatore.
Livy’s book I, first published on its own after January of 27, when Octavian received the title Augustus, republished probably with books II-V, to form a unified first pentad, was written roughly in the years 33-32, certainly before the battle of Actium. This is clear from certain passages and it casts light on Livy’s method, involving a long interval between writing and publication, with continuous revision of the text; books CXXI ff., editi post excessum Augusti, can thus have been composed in the years 6-14 A.D., when Livy went back to Padua.